Le ulcere cutanee sono una lesione cronica della pelle, con perdita di tessuto, che si forma quando una ferita non guarisce spontaneamente. È una condizione molto frequente soprattutto negli anziani e nei pazienti affetti da malattie vascolari e cute fragile. Insufficienza venosa cronica, disturbi arteriosi, immobilità a letto (decubiti) e diabete, sono le cause più frequenti.
Sommario:
Per ulcera cutanea intendiamo una lesione derivante dalla perdita di sostanza cutanea in assenza della normale tendenza alla guarigione spontanea. È la naturale conseguenza di fenomeni di degenerazione tissutale cutanea o delle strutture sottostanti (fascia muscolare, muscoli, tendini) se l’ulcera tende ad approfondirsi.
Ulcere cutanee: cause
Le cause principali delle ulcere cutanee sono i disturbi della circolazione del sangue, il diabete e alcune malattie infiammatorie della pelle. Molte ulcere si localizzano proprio agli arti inferiori (gambe e piedi) dove la circolazione del sangue è più difficile.
In molti casi l’ulcera si forma nei pazienti immobilizzati (a letto o sulla sedia a rotelle) in corrispondenza delle zone corporee soggette alla pressione prolungata del peso del corpo (ulcera da decubito). Sotto il profilo clinico-epidemiologico il maggior numero di lesioni ulcerative sono causate dalla stasi venosa, dalla malattia diabetica, dalle piaghe da decubito e dalle infezioni cutanee che ne derivano come complicanza primaria.
Sul piano patogenetico l’ulcera cutanea è spesso il risultato di vari eventi concausali che, allo stato attuale, conosciamo soltanto in parte. Il risultato finale è comunque un danno anatomico del micro o macrocircolo ovvero una alterazione della funzionalità dei vasi sanguigni con ridotta diffusione dei nutrienti alla cute. Tutto ciò è causa di ipossia tessutale cutanea e conseguente morte cellulare.
Visita il link della nostra iconografia per visualizzare le immagini reali delle ulcere cutanee.
Ulcere: un problema sociale
Il problema delle ulcere cutanee e delle ferite croniche come “malattia sociale” è solo parzialmente conosciuto ma sempre più preso in carico dal Sistema Sanitario Nazionale. In realtà, si calcola che soltanto la patologia ulcerativa cutanea interessi in Italia oltre mezzo milione di persone. La diffusione è correlata al progressivo invecchiamento della popolazione nei paesi industrializzati, alle abitudini di vita (sedentarietà, alimentazione scorretta, fumo di sigaretta, inquinamento ambientale), che favoriscono la comparsa di disturbi micro e macrocircolatori periferici e alle patologie croniche che costringono all’immobilità (decubiti).
Dobbiamo inoltre considerare il problema delle ferite chirurgiche che in molti casi ritardano a riparare e creano i presupposti per ricoveri ospedalieri ripetuti e utilizzo di consistenti risorse del SSN. Le ulcere cutanee, condizioni cronico-recidivanti, e le ferite croniche creano un enorme impegno di risorse economiche ed un crescente disagio sociale.
È stato stimato che, nei paesi industrializzati, circa oltre il 2% della popolazione avrà almeno 1 ulcera nel corso della vita. Studi di prevalenza indicano che circa l’1% delle persone adulte sono affette da un’ulcera cutanea all’età di 65 anni, percentuale che s’innalza sino al 5% intorno ai 90 anni.
Sulla base di questi dati, è verosimile che in Italia più di 500.000 persone presentino ulcere in fase attiva e che oltre 600.000 nuclei familiari siano direttamente coinvolti nell’assistenza e nella gestione dei pazienti.
È stato peraltro calcolato che in Gran Bretagna la spesa annuale per l’assistenza di pazienti con ulcera si aggira sui 400 milioni di sterline. Questa cifra enorme può essere compresa alla luce del fatto che il 45% delle ulcere provoca immobilità o marcata riduzione dell’autonomia individuale.
Lindholm e collaboratori hanno valutato l’impatto psicologico della patologia ulcerativa cutanea. Il dolore cronico e l’isolamento sociale sono gli elementi che condizionano fortemente la qualità di vita e creano i presupposti per insuccessi terapeutici e riabilitativi.
Peraltro, il numero e la gravità delle lesioni ulcerative sono stati direttamente correlati alle condizioni sociali di vita delle persone colpite. È, pertanto, problematica che interessa in maniera più severa le fasce sociali più fragili e meno tutelate (individui anziani e soli).
Studi epidemiologici sono rari in Italia in quanto tale patologia è solo in parte nota ai centri istituzionali di riferimento. Si tratta, infatti, di lesioni a volte curate in ambito domiciliare con l’ausilio del medico di famiglia o di infermieri del territorio. Quindi l’entità numerica di tale problematica è solo in parte nota nel nostro Paese e, verosimilmente, sottostimata.
Approccio multiprofessionale e terapia delle ulcere cutanee
L’approccio multidisciplinare in ambito Medico e multiprofessionale con la stretta collaborazione dell’Infermiere, del Podologo e del Fisioterapista, costituisce un’adeguata risposta alle problematiche di carattere clinico e organizzativo-assistenziale.
La ricerca e l’individuazione di modalità di terapia, soprattutto locale, efficace e a costi contenuti, è uno degli obiettivi centrali dell’attività degli operatori sanitari che affrontano il problema della riparazione tessutale cutanea.
Le più moderne terapie di riparazione tessutale si basano sull’uso di medicazioni e presidi interattivi che consentono di scambiare sostanze terapeutiche con il letto della ferita e sulla pratica di innesti di cute autologa o coltivata, di sostituti cutanei, di matrici dermiche e di fattori di crescita epiteliale e fibroblastica (in gran parte ricavati dalle piastrine autologhe).
La terapia locale è regolata da interventi che seguono le tappe indicate dall’acronimo anglosassone TIME (tessuto, infezione/infiammazione, macerazione, epitelizzazione). Le fasi della terapia locale sono legate all’uso di creme, prodotti antisettici/antimicrobici e di stimolanti la granulazione e la crescita dell’epitelio, che sono preceduti sempre dalla rimozione del tessuto crostoso o devitalizzato e delle sacche con pus e infezione (debridement chirurgico o meccanico con apparecchi ad acqua), eseguiti da personale specializzato nella cura delle ulcere cutanee e delle ferite croniche.
A cura di Massimo Papi
Associate Editor International Journal Lower Extremity Wounds (IJLEW)
Coordinatore del Gruppo di studio ADOI: Dermatologia vascolare e vulnologia
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