Il prossimo 4 settembre si terrà la cerimonia di premiazione degli Eureka Prize 2024, organizzati dall’Australian Museum, un evento che celebra l’eccellenza in ambiti scientifici come ricerca, innovazione e leadership.
Quest’anno i premi sono ben 18, con un focus speciale sull’uso innovativo della tecnologia.
Tra i finalisti c’è il Professor Peter Soyer, riconosciuto per il suo lavoro all’interno del progetto “Australian Centre of Excellence in Melanoma Imaging and Diagnosis (ACEMID)”, una collaborazione tra tre università australiane: l’University of Queensland, dove il professore lavora, l’University of Sydney e la Monash University di Melbourne.
Il team da lui coordinato ha sviluppato un sistema di scansione 3D del corpo per la diagnosi precoce del melanoma, utilizzando una tecnologia all’avanguardia con l’integrazione dell’intelligenza artificiale.
Questo macchinario, dotato di 92 fotocamere, scatta immagini ad altissima risoluzione del corpo umano in meno di un secondo, permettendo di rilevare anomalie che potrebbero sfuggire all’occhio umano.
Il professor Soyer spiega che la tecnologia è in grado di monitorare cambiamenti nel tempo, identificando potenziali rischi prima che diventino gravi.
Spesso ci sono pazienti che presentano 2.500/3.000 lesioni e solo 10/15 presentano delle variazioni nel tempo. Anche se attualmente il sistema è in fase di ricerca, alcuni prototipi sono già in uso in Australia.
L’obiettivo è rendere questi macchinari accessibili su larga scala per diagnosticare il melanoma in modo precoce, salvando vite umane.
L’attenzione verso queste innovazioni è fondamentale per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione e dei controlli regolari, soprattutto in un paese come l’Australia, dove l’incidenza del melanoma è 12 volte superiore alla media globale come ben 18.000 casi di melanoma invasivo e 28.000 casi di melanoma in situ diagnosticati ogni anno.