A cura di Vito di Lernia, Luigi Mocci, Elisa Guareschi
Il mollusco contagioso è un’infezione che colpisce adulti e bambini, caratterizzata da lesioni cutanee. I nostri dermatologi rispondono alle domande più frequenti: cos’è, come si presenta e come curarlo.
Sommario:
- Mollusco contagioso: di che si tratta?
- Come avviene il contagio?
- L’aspetto e la diagnosi dell’infezione
- Uno sguardo alle possibili complicanze
- Molluschi contagiosi: terapia oppure no?
Che cos’è il mollusco contagioso?
Il mollusco contagioso è un’infezione virale sostenuta dal “virus del mollusco contagioso”, che appartiene alla famiglia dei Pox virus, estremamente contagioso ma benigno. Questo virus causa l’insorgenza di papule soffici con ombelicatura centrale. Questo significa che le bolle che si presentano sul paziente hanno una piccola fossetta al centro.
Nel soggetto con difese immunitarie normali, questa malattia va in contro a risoluzione spontanea nell’arco di alcuni mesi. Il mollusco contagioso bambini è un’infezione molto frequente che può colpire qualunque sede corporea.
Come “si prende” il mollusco contagioso?
Il contagio avviene per contatto umano diretto con un soggetto affetto oppure attraverso gli oggetti. È possibile anche la trasmissione materno-fetale.
I molluschi contagiosi sono infezioni virali comuni diffuse in tutto il mondo che colpiscono soprattutto i bambini tra i 2 e i 5 anni di età con un’incidenza, nei paesi sviluppati, compresa tra il 5% e l’8%, che raggiunge il 20% nei paesi con clima caldo e dove il livello socio-economico e di igiene è più basso. Non c’è differenza tra i sessi, mentre una storia di eczema è presente nel 62% dei bambini colpiti. Negli adolescenti e giovani adulti la trasmissione avviene principalmente tramite i contatti sessuali.
Come si presenta l’infezione da mollusco contagioso?
Dopo un periodo di incubazione che dura tra i 15 giorni ed un massimo di 6 mesi, compaiono delle papule traslucide con ombelicatura centrale di dimensioni variabili (da 1-2 mm fino a 10 mm di diametro), spesso multiple, localizzate in qualunque sede cutanea, più frequentemente su viso e pieghe. La singola lesione tende ad accrescere nell’arco di 6-12 settimane per poi stabilizzarsi. Successivamente, spontaneamente o dopo un trauma spesso costituito dal grattamento, si verifica una fase infiammatoria che porta alla guarigione spontanea della lesione che avviene generalmente tra i 2 ed i 3 mesi. La comparsa di nuovi elementi crea spesso un perpetrarsi dell’infezione che può durare fino ai 6-9 mesi, anche se raramente sono stati osservati casi di durata superiore.
Nell’adulto possono rientrare nel gruppo delle malattie sessualmente trasmissibili e, in questo caso, la localizzazione delle lesioni è nella zona genitale e addominale.
Nei soggetti con deficit immunitario ci possono invece essere delle presentazioni atipiche con lesioni molto numerose (fino a centinaia di elementi), lesioni di dimensioni grandi (fino a 1 cm di diametro) oppure resistenza dei molluschi ai tentativi terapeutici.
La diagnosi è generalmente clinica, cioè effettuata con la semplice osservazione delle lesioni da parte del dermatologo o del pediatra ed è relativamente semplice.
Possono esserci complicanze locali o generali dell’infezione?
Nel 30% dei casi può comparire un eczema contagioso attorno alla zona di cute affetta da molluschi, il cosiddetto “eczema molluscato”. Una congiuntivite cronica o una cheratite puntata superficiale possono complicare le lesioni che insorgono a livello delle palpebre. Non sono possibili complicanze a livello generale.
In nessun caso i molluschi contagiosi possono causare altre malattie.
Mollusco contagioso: terapia oppure no?
Numerose terapie possono essere utilizzate per eliminare i molluschi. Nel caso di mollusco contagioso nei bambini piccoli, è indicata la semplice attesa della risoluzione spontanea.
La terapia del mollusco contagioso è, infatti, un argomento tuttora molto dibattuto: gli esperti si dividono tra chi sostiene la possibilità di astenersi dalla terapia attendendo la risoluzione spontanea delle lesioni (che avviene sempre nel soggetto immunocompetente) e chi invoca la necessità di un trattamento per evitare la diffusione dell’infezione sul soggetto stesso e su altri. Non vi sono dati sufficienti per concludere quale sia la condotta migliore da adottare: l’approccio ideale dipende da una serie di fattori quali numero e sede delle lesioni, età del paziente, stato immunitario, possibilità di effettuare trattamenti ripetuti, aspettative del paziente e dei familiari.
Le terapie a disposizione comprendono trattamenti distruttivi delle lesioni di tipo fisico (crioterapia, spremitura, curettage) o chimico (idrossido di potassio al 10%, nitrato d’argento al 40%, cantaridina allo 0,7% in collodio flessibile).
Il curettage (previa adeguata anestesia) è un metodo eccellente per la velocità dei risultati e la sicurezza, sebbene le ricadute siano sempre possibili, specie per il mollusco contagioso bambini affetti da dermatite atopica e nei soggetti con numero elevato di lesioni.
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